Lavoro & Crescita

LAVORO, NEI PROSSIMI 5 ANNI PREVISTI 1,3 MILIONI DI ASSUNTI MA NON SI TROVANO 470MILA LAUREATI E DIPLOMATI

LAVORO, NEI PROSSIMI 5 ANNI PREVISTI 1,3 MILIONI DI ASSUNTI MA NON SI TROVANO 470MILA LAUREATI E DIPLOMATI

Nei prossimi 5 anni le imprese italiane avranno bisogno di circa 1,3 milioni di nuovi assunti. Se sommiamo anche gli oltre 2,8 milioni di occupati attuali che dovranno essere sostituiti per il naturale turnover, nel prossimo quinquennio è previsto un fabbisogno occupazionale di 4,1 milioni di lavoratori. I datori avranno però difficoltà a trovare 54mila laureati e quasi 40mila qualificati professionali all’anno, per un totale di 470mila persone.

Sono queste le stime che l’osservatorio Excelsior di Unioncamere-Anpal ha elaborato considerando uno scenario economico “intermedio”, che rivede la crescita del Pil per considerare gli effetti del rialzo dei prezzi energetici e del peggioramento delle condizioni finanziarie, senza comprendere un eventuale blocco delle forniture di gas dalla Russia e un ulteriore inasprimento dell’inflazione.

Laureati

I laureati necessari nel quinquennio in questione saranno circa 250mila, soprattutto nella PA che richiederà al 68% dei dipendenti il possesso di un titolo universitario, per un totale di oltre 115mila laureati in media per ogni anno.

Tra i principali indirizzi universitari richiesti l’area economico-statistica si conferma in cima alla lista, con una domanda di quasi 48mila laureati l’anno, in buona parte determinata dalla filiera della consulenza e della finanza.

Segue l’ambito medico-sanitario in cui il fabbisogno stimato è di 44mila laureati all’anno.

Ci sono poi gli indirizzi giuridico e politico-sociale (36mila l’anno) e quelli di ingegneria (28mila unità).

Diplomati

Passando ai diplomati, tra gli indirizzi di studio più richiesti ci sono:

  • quello amministrativo (75mila inserimenti l’anno stimati);
  • il gruppo industria e artigianato (71mila unità);
  • i licei (47mila);
  • l’indirizzo socio-sanitario (25mila).

A pesare è il forte mismatch tra domanda e offerta formativa. Quest’ultima è in grado di soddisfare meno del 70% della domanda potenziale (specialmente nei settori della meccanica, edilizia e logistica). 

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