Lavoro & Crescita

LAVORATORI EXTRA UE, COSA PREVEDE IL DECRETO FLUSSI 2023

LAVORATORI EXTRA UE, COSA PREVEDE IL DECRETO FLUSSI 2023

Il Dpcm 29 dicembre 2022, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 26 gennaio, ha aumentato del 18,6% il numero di cittadini extra Ue che possono venire a lavorare in Italia, portandolo a 82.705, contro i 69.700 del decreto 2021 (dal 2015 al 2020 erano 30.850).

Qui di seguito le indicazioni necessarie ai datori di lavoro per cercare di impiegare in un’occupazione queste 82.705 persone.

Aumentano i settori di impiego per i lavoratori non stagionali

L’incremento maggiore (+50,5%) riguarda i lavoratori subordinati non stagionali (38.705) che potranno inoltre essere impiegati da una platea più ampia di settori. A quelli già previsti l’anno scorso (turistico-alberghiero, autotrasporto per conto terzi ed edilizia) il decreto flussi 2022 ha infatti aggiunto la meccanica, le telecomunicazioni, l’alimentare e la cantieristica navale.

Precedenza all’agricoltura e nulla osta pluriennali per i lavoratori stagionali

Per quanto riguarda invece gli stagionali, la metà dei 44mila ingressi previsti è riservata alle istanze presentate dalle organizzazioni datoriali per l’agricoltura. Lo sportello unico per l’immigrazione le esaminerà infatti in via prioritaria.

Tra questi lavoratori, una quota di 1.500 nulla osta ha carattere pluriennale e può riguardare cittadini extracomunitari già entrati in Italia per lavoro stagionale almeno una volta negli ultimi 5 anni, i quali avranno diritto di precedenza per il rientro nel nostro Paese.

Precedenza ai lavoratori presenti sul territorio nazionale

Il decreto flussi 2022 stabilisce inoltre che prima di occupare i lavoratori extra Ue i datori dovranno verificare l’indisponibilità di profili analoghi già presenti in Italia. Questo vale però solo per chi richiede lavoratori non stagionali, sono invece esclusi gli stagionali impiegati in agricoltura e turismo.

L’indisponibilità è provata da:

– Assenza di risposta del Cpi entro 15 giorni;

– Inidoneità del lavoratore accertata dal datore;

– Mancata presentazione (senza giustificato motivo) del lavoratore entro 20 giorni dalla richiesta del datore al Cpi.

L’iter da seguire per i datori di lavoro

Questi dovranno presentare la richiesta di personale al centro per l’impiego del territorio di competenza specificando qualifica, mansioni, requisiti, luogo e orario di lavoro, tipologia di contratto e retribuzione. Le domande potranno essere inviate dalle 9 del 27 marzo 2023 tramite il portale del ministero dell’interno al seguente link: https://portaleservizi.dlci.interno.it.

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