Lavoro & Crescita

OCCUPAZIONE FEMMINILE, TRA LACUNE STORICHE E NOVITÀ

OCCUPAZIONE FEMMINILE, TRA LACUNE STORICHE E NOVITÀ

Secondo l’ultima analisi di Almalaurea (portale di indagine sui laureati) le studentesse ottengono risultati migliori dei compagni ma faticano di più nel mondo del lavoro.

Nel 2020 quasi il 60% di chi ha conseguito una laurea in Italia era donna con un voto medio di 103,9 su 110 rispetto al 102,1 dei ragazzi. Sul mercato del lavoro però la situazione si ribalta. A un anno dal conseguimento del titolo, quasi il 70% dei laureati è occupato, evidenziando una differenza a favore degli uomini di 4,5 punti percentuali tra i laureati di primo livello (il tasso di occupazione, infatti, si attesta al 72% tra gli uomini e al 67,5% tra le donne) e di 8,3 punti tra i laureati di secondo livello (72,9% per gli uomini e 64,6% per le donne).

E la situazione non cambia a livello retributivo. A cinque anni dalla laurea, le donne guadagnano mediamente 276 € in meno al mese rispetto ai colleghi.

Per quanto riguarda le imprese a conduzione femminile in Italia, queste purtroppo rappresentano ancora solo il 22% del totale. La quota più alta, con oltre 180.000 imprese, si trova in Lombardia. Seguono Lazio, Campania e Sicilia.

Ma le notizie buone non mancano. Una recente ricerca di Unioncamere ha registrato a fine 2021, rispetto al 2019, un cambiamento della natura delle aziende femminili: sempre meno relegate all’ambito tradizionale del commercio e dei servizi di assistenza e sempre più attive nei settori professionali, tecnici e scientifici (+9,13%), ma anche finanziari (+7%) e nel comparto dei servizi di informazione (+3,9%) e in quello immobiliare (+4,8%).  

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