Lavoro & Crescita

INFLAZIONE, IN ITALIA CRESCE IL DIVARIO TRA RICCHI E POVERI – DAL 1990 AL 2020 POTERE D’ACQUISTO IN CALO DEL 2,9%

INFLAZIONE, IN ITALIA CRESCE IL DIVARIO TRA RICCHI E POVERI – DAL 1990 AL 2020 POTERE D’ACQUISTO IN CALO DEL 2,9%

Poveri sempre più poveri: è questo l’effetto dell’inflazione (11,8%, dato Istat 2022) nel nostro Paese. Di fatto, i beni che stanno aumentando di prezzo sono quelli di prima necessità: gli alimentari (+13%), la spesa legata alla casa, dalle bollette al riscaldamento (+54,5%), i rinnovi degli affitti (+25%) e i tassi sui mutui passati nel 2022, secondo l’Abi, dall’1,45% di gennaio al 2,73% di ottobre. Per non parlare dei trasporti – altra spesa inevitabile – i cui aumenti sono oggetto di discussione proprio in questi giorni.

A risentirne di più sono i redditi bassi tra i quali si distinguono lavoratori autonomi e dipendenti. Mentre nel primo caso si può in un certo senso compensare le spese aumentando i costi dei servizi offerti, nel secondo la retribuzione potrebbe rimanere la solita anche nei prossimi anni, confermando quanto già certificato dall’Ocse con i salari italiani gli unici tra i Paesi Ue ad essere diminuiti dal 1990 al 2020 con una perdita del potere d’acquisto del 2,9%, contro un aumento medio nell’area euro del 22,6%. Sono questi i dati diffusi oggi dall’Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro) che segnalano inoltre che dal 2008 al 2022 le buste paga “reali” in Italia hanno perso il 12% del potere d’acquisto: un record nel G20.

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